Per il 2021, l’Italia ha registrato un punteggio di 56/100, che colloca il nostro Paese al 42° posto nella classifica.
In testa, figurano i Paesi del Nord Europa, prima fra tutti la Danimarca, che con 88 punti conquista il podio. E non è certo una novità considerato che, non solo la Danimarca era stata prima nel CPI del 2020, ma anche che i Paesi del Nord Europa vantano una lunga storia come primi della classe nella rilevazione della percezione della corruzione di TI, che deriva da una vera e propria tradizione della cultura della legalità.
Il dato italiano, invece, sebbene permetta di notare un leggero miglioramento rispetto al 2020, con un aumento pari a +3 punti rispetto allo scorso anno, non è né soddisfacente e neppure rassicurante.
Sempre rimanendo nell’area UE, solo per fare qualche esempio, i Paesi Bassi (8/180), il Lussemburgo (9/180), la Germania (10/180), l’Austria (13/180), ed anche la Francia (22/180) e la Spagna (34/180) hanno registrato performance migliori rispetto a quelle dell’Italia.
Anche il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America hanno raggiunto risultati migliori rispetto al nostro Paese, che è stato superato, per fare qualche esempio, anche da Emirati Arabi Uniti, Taiwan, Cile, Qatar, Capo Verde, Costa Rica e Slovenia.
Il dato, già di per sé poco positivo, risulta aggravato dall’imminente necessità di prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione, nel settore pubblico e nel settore privato, in vista dell’ingente immissione di risorse e fondi nella nostra economia in esecuzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finalizzato a rilanciare l’economia del Paese.
Il rilancio del Paese ed il progresso che i fondi del PNRR mirano a realizzare a seguito della drammatica crisi pandemica non potranno avvenire senza una corretta applicazione della normativa in materia di prevenzione e contrasto alla corruzione, che richiede l’impegno congiunto del settore pubblico, che dovrebbe accedere anche a risorse esterne alla pubblica amministrazione per la realizzazione della propria strategia, e del settore privato, che dovrebbe munirsi di reali strumenti di prevenzione.