E difatti, come evidenzia il Gruppo Egmont, l’emergenza sanitaria, con il suo impatto globale, è stata sfruttata dalla criminalità economica per aumentare la propria presenza ed influenza sulla comunità, sugli enti pubblici e sull’economia, approfittando dei piani di risposta all’emergenza da COVID-19 varati dai governi nazionali, i quali non sono stati completamente in grado di arginare i rischi della commissione di illeciti connessi all’immissione di ingenti risorse pubbliche nel sistema economico locale.
Fra questi rischi s’annida anche, e soprattutto, quello della commissione di reati di corruzione e, come è noto, a questi seguono altre condotte illecite con lo scopo di “simulare” la natura legale dei proventi di origine illecita, i reati di riciclaggio.
La corruzione è motivata dalla spinta egoistica all’ottenimento di un profitto e dall’avidità individuale di corrotto e corruttore, e pertanto risulta difficoltosa la sua individuazione. Secondo il Gruppo Egmont, però, l’intelligence finanziaria può svolgere un ruolo fondamentale nel rilevare e interrompere tali attività criminali. L’intelligence finanziaria ha infatti la capacità di identificare e condividere in sicurezza le informazioni, per combattere la criminalità economica.
Il documento, dunque, include l’analisi delle informazioni fornite dalle FIUs nazionali ed indica le risposte organizzative ed operative messe in atto nelle giurisdizioni di tutto il mondo. Ciò consente agli Stati, attraverso, in particolare, le FIU e gli enti pubblici incaricati dell’azione di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, di garantire l’individuazione delle criticità e la conoscenza delle risposte da approntare.