L’Handbook di buone prassi per combattere la corruzione

Su iniziativa della Commissione europea, l’Handbook of good practices in the fight against corruption raccoglie gli esem pi di buone prassi seguite dagli Stati membri dell’Unione europea per combattere la corruzione, indicando costi, risultati e criticità applicative. Il documento evidenzia, tuttavia, che il grado di efficacia di ciascuna misura anticorruzione non può essere definito mediante un valore assoluto, in quanto dipende dalle caratteristiche proprie di ciascun contesto nazionale nel quale è attutata. In secondo luogo, si osserva che per contrastare la corruzione, e dunque per sviluppare strategie nazionali efficaci nella lotta e nella prevenzione del fenomeno, occorre mettere in campo soluzioni complesse, quasi mai lineari, che consistono, piuttosto, in una catena di risultati e processi virtuosi. L’Handbook mostra come negli Stati membri dell’UE esistono differenze significative negli approcci anticorruzione, che includono misure preventive e repressive, strategie di controllo intra-governmental e societal monitoring, nonchè azioni collettive di più parti interessate, e la creazione di speciali agenzie di corruzione. Sono poi annoverate anche meccanismi per rafforzare l’integrità pubblica e contrastare la corruzione in modo indiretto, come la e-citizenship e le misure di trasparenza sulla titolarità effettiva. Tutti questi approcci hanno vantaggi e limitazioni, che vengono esaminati nel documento. Il manuale distingue tra diverse strategie anticorruzione. L’approccio più diffuso si basa su misure dirette ad aumentare la trasparenza e sugli open data. Le principali sfide, però, sono quelle che mirano non solo a diffondere i dati, ma anche e soprattutto a renderli comprensibili al pubblico. Un’altra tendenza è rappresentata dalla datafication anticorruzione, ovverosia dal ricorso a soluzioni tecnologiche complesse per la creazione di nuovi dataset ovvero per la interoperatività tra diverse banche dati. Le fonti dei dati variano da dati di open government (es. appalti pubblici) agli obblighi di disclosure in capo ad enti o individui (es. titolari effettivi). Le principali sfide, comuni alla maggior parte delle pratiche di questo tipo, riguardano la garanzia di dati accurati, veritieri ed aggiornati. Sono poi impiegate strategie di compartecipazione pubblica e di collaborazione tra autorità nazionali per la condivisione dei dati e il rafforzamento investigativo.
L’integrità è spesso considerata un approccio complementare alla lotta alla corruzione. I governi affrontano sempre più la corruzione come una sfida complessa e creano iniziative sistematiche e coerenti, che vano dalla definizione di standard di integrità e diffusione di modelli organizzativi ad iniziative per la diffusione della cultura della legalità. Queste iniziative affrontano principalmente la sfida di garantire l’efficacia delle misure adottate per raggiungere obiettivi concreti, soprattutto attraverso strumenti “educativi” e di sensibilizzazione che comprendono misure a lungo termine, difficili da valutare nel breve periodo.
Con riferimento al ruolo di speciali agenzie nazionali anticorruzione, queste, al fine di non generare una mera intermediazione o aumentare la burocrazia, devono aumentare il proprio impegno multi-stakeholder nella lotta alla corruzione (es. nei processi di revisione sulla capacità anticorruzione dello Stato). Un altro modo è il decentramento della lotta alla corruzione, aumentando la responsabilità delle autorità locali per l’individuazione e attuazione di proprie pratiche di prevenzione della corruzione.

Articolo Law Academy dell’11 MArzo 2023

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